"Lo dico solo a te, non dire nulla a nessuno…però sarà l'Ary a portare la bandiera!!"
Il messaggio di Alessandro arriva improvvisamente nella tarda serata di un normale giovedì sera, in cui nella testa di un comune lavoratore aleggia solo il pensiero che il termine della settimana è oramai vicino.
Faccio un lungo respiro e subito un’immagine rapidamente attraversa la mia mente: quella di Arianna sorridente, con tre medaglie al collo e il tricolore italiano saldamente in mano.
Era il 23 febbraio 2014, giorno della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Sochi.
Tra poco meno di 100 giorni, venerdì 8 febbraio, sarà come vivere un deja-vu.
Ci sembrerà di riprendere la visione di un film messo in pausa da non troppo tempo, di cui ricordiamo e conosciamo bene trama e protagonisti.
Arianna e il tricolore: “questo è un sogno che si è avverato”
Come dirà apertamente il presidente del CONI Giovanni Malagò nella Cerimonia di Presentazione ufficiale di Arianna, tenutasi martedì 24 ottobre a Roma, questo risultato è la vittoria di tre cose.
La vittoria dello Short Track, disciplina sportiva che non ha mai avuto un portabandiera, né in Italia né nel Mondo.
La vittoria di una valle, la Valtellina, meravigliosa terra contraddistinta da una eccellente genetica sportiva.
La vittoria dell’Italia, nel cui popolo avverte forte il patriottismo e per la quale Arianna rappresenta l’erede ideale di Federica Pellegrini, ultima portabandiera dell’Italia alle olimpiadi estive.
Due tappe di Coppa del Mondo ed un Campionato Europeo separano Arianna dalle Olimpiadi di Pyeongchang: il sogno continua…